Tutti sanno della storia di Parthenope, la mitica sirena che morì sulle sponde del golfo di Napoli.
Ogni volta che guardo la mia Napoli adagiata sul mare, vedo una bellissima ma stanca sirena, con i capelli al vento e la pelle bruciata dal sole. Quel vulcano allora mi appare immediatamente come uno dei suoi seni, bruno e scoperto, e forse per questo non riesco ad averne paura. Questa Campania, questa terra flegrea, che brucia nelle profondità e di quel fuoco non è mai stanca, io me la porto nel cuore.
A volte penso sia proprio quel fuoco, lo stesso del vulcano, lo stesso di questa terra, che arde dentro me e mi dà la forza di combattere, sempre, ogni giorno, anche se un po’ stanca, come quella sirena.
Ventisei anni passati a Napoli, sei mesi a Londra, ho deciso qual è la città in cui credo.
Ho capito, passeggiando per i decumani e sul lungomare e sfogliando le pagine che raccontavano la storia della città, che Parthenope ha un bellissimo viso, che viene sfregiato ogni giorno. Ogni giorno il suo volto stanco viene preso a schiaffi.
Ogni giorno, scopro una di quelle ferite. Ogni giorno sento il bisogno di fare qualcosa.
Amo Napoli, la sua storia, i suoi segreti, le sue contraddizioni.
Amo i vicoli e la street art.
Amo scrivere.
Dopo l’ultimo anno come direttrice del Lanificio25, continuo a scrivere perdendomi e ritrovandomi tra i vicoli di Napoli, la sua storia, i suoi segreti, e le sue contraddizioni.
Ho capito chi sono LeDueSirene.
Una delle due ha ancora la forza di osservare, scrivere, credere di cambiare le cose.
Buona lettura e benvenuti
Brava. un giorno se ai tempo vieni ha constatare la distruzione , lo scempio , il degrado delle rampe pizzofalcone compreso il castello distrutto , ed occupato da barboni, dopo l’incendio anno asportato tutto..
grazie carmine! Troverò il tempo, senz’altro. 🙂